Tra una settimana esatta ricorre un triste anniversario. Quello di quando, un anno fa, Amazon ci svoltò l’inizio dell’estate con una delle serie in costume più matte di sempre, per poi - con l’incredibile fiuto per la scelta sbagliata che la contraddistingue - cancellarla qualche mese più tardi. (A Jeff Bezos piace investire un sacco di soldi in saghe tirate a lucido che non guarda nessuno, oltre che in scappatelle nello spazio).
Durò poco, ma fu un amore intenso. Perché My Lady Jane era la sorella rozza di Bridgerton. Una Tudor sotto pesante effetto di allucinogeni. Della infelice storia di Lady Jane Grey, prima regina d’Inghilterra detronizzata e decapitata dopo soli nove giorni di regno, s’era inventata infatti una versione alternativa e arcobalenica, dove la protagonista scampava alla morte, s’avviava a una vita avventurosa e appagante sopra e sotto le lenzuola, e si batteva per il destino di una specie umana in grado di trasformarsi in animali di vario tipo. Ah, dimenticavo la voce narrante che perculava bellamente le stranezze del popolo inglese e i canoni delle serie in costume.
Come avrete intuito, non mi è ancora passata. E nel caso ve lo steste chiedendo, sì, vale ancora la pena di vederla: al contrario della testa di Jane Grey, il finale non è mozzato. Ma se l’avete già vista e non è passata neanche a voi, ecco cinque serie storiche con un livello altrettanto elevato di follia, o quasi. Perfette per chi ama i costumi, ma non digerisce la noia.
#1 La Bridgerton rock
The Buccaneers (2023-)
Lo so, di The Buccaneers vi ho parlato più e più volte, ma ve la metto qui per ragioni di servizio pubblico: ricordarvi che da un paio di giorni è tornata con la seconda stagione. È la serie romantica che si basa sull’omonimo romanzo di Edith Wharton (assai consigliato anche quello)*, dove cinque giovani ereditiere americane lasciano la New York della Gilded Age per andare a Londra e procacciarsi mariti nobili. La loro indole chiassosa, aperta e libertina si scontra però con le tradizioni ingessate dell’alta società inglese. Se già il libro è incredibilmente moderno, la serie si prende diverse libertà narrative e stilistiche che la rendono ancora più attuale, esuberante e pure un po’ rock. I nuovi episodi volano ulteriormente con l’immaginazione, infilano svolte improbabili e innamoramenti istantanei, ma mantengono una solida capacità di ravvivare la serata. Una di quelle serie a cui resistere è difficile.
Dove vederla? Su Apple TV+ - 2 stagioni, 16 episodi da 46-58 minuti
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#2 La docuserie poco seria
Blood, Sex & Royalty (2022)
Anche Blood, Sex & Royalty ve l’avevo già nominata (peraltro, non c’è una volta che scriva il titolo nel giusto ordine alla prima). Ma folle è folle, quindi urge richiamarla in causa. In parte drama in costume, in parte documentario, è una ricostruzione della storia di Enrico VIII e Anna Bolena, raccontata con toni alquanto diversi dal solito. La narratrice è proprio Anna Bolena (Amy James-Kelly), che ripercorre gli eventi con sguardo arguto e confidenze pruriginose rivolte direttamente a noi pubblico. Poi, ogni tanto, alcuni esperti intervengono per contestualizzare a livello storico i passaggi centrali della vicenda (ci vuole un attimo per capire se siano esperti veri o un espediente umoristico). La resa non è per niente cringe. Anzi, si distingue dalla miriade di cronache trite e ritrite della monarchia inglese. E come accade con i documentari comici di Philomena Cunk, s’impara addirittura qualcosa.
Dove vederla? Su Netflix - 3 episodi da 44-48 minuti
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#3 La polacca
1670 (2023-)
Qui ci spingiamo in territori sconosciuti, a meno che non siate esperti di storia del Seicento polacco. La formula però dovrebbe esservi un po’ familiare: è quella del falso documentario, proprio come in The Office. Solo che, invece di seguire le giornate di un gruppo di ordinari impiegati, lo zoom è su Jan Paweł Adamczewski (Bartłomiej Topa), un nobile strampalato che si è messo in testa di diventare la persona più famosa di Polonia. Lungo la sua ascesa, tuttavia, lo attendono liti familiari e scontri con i contadini locali. Rispetto alle classiche serie in costume pastellose, lo stile è decisamente meno invitante: le immagini sono cupe, i personaggi grotteschi, e c’è sterco ovunque. Ma l’umorismo è ha un buon potenziale, specialmente se si considera la provenienza non americana. Qualcuno l’ha paragonato a quello di What We Do in the Shadows, e intanto Netflix l’ha confermata per un’altra stagione.
Dove vederla? Su Prime Video - 8 episodi da 29-37 minuti
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#4 Il crime baldanzoso
Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin (2024-)
La storia d’Inghilterra è costellata di figure così bizzarre che si fatica a credere siano esistite davvero. Come Dick Turpin, bandito ottocentesco giunto alla fama in modo piuttosto maldestro, al punto che la tradizione inglese pullula di affettuose narrazioni sulle sue disavventure leggendarie. La più recente è questa comedy che se lo immagina vanesio e sempliciotto, intento a commettere un piccolo crimine dopo l’altro insieme alla sua banda, nella speranza di diventare il più grande brigante del paese. Il che lo porta a combinare casini, oltre a incappare in una pericolosa organizzazione criminale. Quando era uscita, l’anno scorso, era piaciuta parecchio. Ma ha avuto una fine altrettanto stravagante: dopo un primo rinnovo, Apple TV+ ha dovuto cancellarla perché l’interprete principale Noel Fielding non si è presentato sul set al rientro dalla pausa natalizia. E sì, come con My Lady Jane, vale lo stesso la pena di vederla.
Dove vederla? Su Apple TV+ - 6 episodi da 31-33 minuti
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#5 I vichinghi ridicoli, per una volta
Norsemen (2016-2020)
Cercate una maratona un po’ più lunga? Conviene allora che vi spostiate in Norvegia (in senso figurato, s’intende). Questa comedy ambientata nel 790 segue alcuni temibili vichinghi alle prese con normali problemi di vita quotidiana nel villaggio di Norheim. L’indole resta comunque parecchio barbarica, specialmente nella gestione dei rapporti con i villaggi vicini, ma la resa è intrisa di goffaggine. Per farla breve, figuratevi una Vikings dove le scene più eroiche, intense, violente hanno un culmine ridicolo. È durata tre stagioni, ma ha fatto il pieno di complimenti. Il Guardian l’ha addirittura definita un incrocio tra gli sketch dei Monty Python - uno dei più grandi gruppi comici inglesi - e Il Trono di Spade. Aneddoto non richiesto (pensavate che stavolta non ce ne fossero, eh?!): ogni scena della serie è stata girata due volte, prima in norvegese e poi in inglese.
Dove vederla? Su Prime Video - 8 episodi da 29-37 minuti
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Il vostro consiglio: The Great
Non si può parlare di serie tv storiche un po’ matte, senza citare The Great. E infatti, ci avete pensato voi.
È la commedia nera del 2020 che racconta l’ascesa di Caterina la Grande (Elle Fanning), la più longeva imperatrice di Russia, salita al potere dopo aver elaborato un piano per detronizzare il marito (Nicholas Hoult), qui rappresentato come tutt’altro che brillante e pure depravato. La ricostruzione è volutamente antistorica e grottesca, ma nonostante i grandi apprezzamenti non è riuscita a ottenere altrettanto successo. Forse, però, è meglio: rimane ancora qualcosa da scoprire.
Dove vederla? Su MGM+ - 3 stagioni, 30 episodi da 50-61 minuti (guardala con la prova gratuita)*
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