Non so voi, ma per me l’anno nuovo inizia a settembre, mica a gennaio. Sarà che dopo tre quarti di vita passati a scuola lo schema mentale rimane quello. Sarà, anche, che il calendario televisivo ha sempre funzionato così: dopo l’estate si parte con una nuova stagione.
Solo che quelle serie belle lunghe, da portarsi dietro per tutto l’anno (cioè fino a giugno), non le fanno più. O meglio, se ne fanno meno e quelle che ci sono hanno un impatto minore; vuoi la qualità, che non è più tanto alta, vuoi che lo streaming porta via attenzione smanacciando con le sue miriadi di produzioni.
E quindi che si fa? Si pesca dall’archivio delle cose vecchie, of course, che spesso sono anche più soddisfacenti, perché corrono più lente e sono fatte apposta per intrecciarsi ai ritmi, alle stagioni della vita reale. Un mondo a cui affezionarsi per lungo tempo e in cui rifugiarsi a fine giornata.
Fateci caso: delle serie a cui siamo più legati, la gran parte sono spesso polizieschi, medical o legal drama, storie familiari che abbiamo seguito per stagioni e stagioni, decine (se non centinaia) di episodi, aspettandole di settimana in settimana. (Non è certo un caso che Netflix stia cercando di accaparrarsene il più possibile, dopo il successo ritrovato di Suits).
Lo so, molti di voi hanno già iniziato a scongelare gli episodi di Una mamma per amica, visto l’autunno imminente. Ma se volete variare un po’, ci sono altre serie degne di riscoperta di cui si parla meno. Una volta iniziate ne avrete una bella scorta per tutti i mesi da divano e copertina. E se sapete resistere al binge watching, anche di più.
Io intanto continuo il mio recuperone di Lost, l’unica serie da cui non mi sono presa una pausa questa estate.
A proposito, bentornati. Si ricomincia!
#1 Il crime
The Shield (2002-2008)
Ci sono i crime drama soft, e poi ci sono quelli tosti per davvero. Questo appartiene al gruppo dei secondi. Siamo in un distretto di polizia in un immaginario quartiere malfamato di Los Angeles, al seguito di una squadra sperimentale composta da quattro poliziotti che si occupano di mantenere l’ordine gestendo casi di violenza tra gang, traffico di droga e prostituzione. Ma i metodi con cui lo fanno sono duri e moralmente discutibili, portandoli a oltrepassare spesso il confine tra bene e male, fino a diventare gradualmente loro stessi dei criminali. Andata in onda sulla rete via cavo FX, è considerata una delle più grandi serie di sempre, soprattutto per i rischi che si è presa nello sfidare i limiti del genere poliziesco. L’ha scritta, basandosi in parte su eventi reali (quelli dello scandalo Rampart) Shawn Ryan, che di recente ha creato per Netflix The Night Agent - da collocare dalla parte dell’azione soft, però.
Dove vederla? Su Prime Video - 7 stagioni, 88 episodi da circa 41-75 minuti
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#2 La comedy
Weeds (2005-2012)
Anche qui le azioni criminali non mancano, ma sono di tutt’altro genere. Quello dell’umorismo nero, perlopiù. La storia inizia in modo potenzialmente tragico, con una giovane donna rimasta vedova e con due figli adolescenti da mantenere. Per non perdere il suo stile di vita piuttosto agiato, trova quindi un modo scaltro per far soldi: vendere marijuana. Gli episodi seguono così il graduale invischiarsi, suo e della sua famiglia, nel mondo criminale, con una certa intraprendenza imprenditoriale, dalla creazione di una sua varietà di erba - la MILF - all’uso pionieristico di silenziose macchine elettriche per spacciare senza dare nell’occhio. Naturalmente, con qualche ricaduta sui suoi nervi. Piccolo particolare: la creatrice Jenji Kohan - che pochi anni dopo ha ideato Orange Is the New Black - si è ispirata proprio a The Shield (quella qui sopra, in caso vi foste distratti).
Dove vederla? Su Infinity e MGM+ - 8 stagioni, 102 episodi da 26-31 minuti
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#3 Il romanzo familiare
Brothers & Sisters (2006-2011)
Avete presente quelle serie che seguono vita, morte, gioie, lacrime, conflitti e, non miracoli, ma tradimenti sì, di una stessa famiglia per tantiiissimi episodi? Ecco, siamo in quella zona. Le vicende telenoveliche sono quelle dei Walker, un’agiata e numerosa dinastia californiana che viene scombussolata dalla morte improvvisa del suo capofamiglia e dall’emergere di segreti. I cinque figli devono quindi riunirsi per affrontarne le conseguenze, che rischiano di minare l’attività di famiglia, mentre ognuno cerca di tenere in piedi la propria vita professionale e soprattutto sentimentale. Rispetto ad altri family drama, la serie vanta un cast di tutto rispetto: da Sally Field a Matthew Rhys, fino a Calista Flockhart. È una This Is Us che il passare degli anni ha fatto scivolare tra i titoli di cui ci si dimentica. Consiglio: datele fiducia, ha iniziato a farsi apprezzare solo dopo diversi episodi.
Dove vederla? Su Disney+ - 5 stagioni, 109 episodi da 42-43 minuti
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#4 Il drama da tribunale
The Good Wife (2009-2016)
Ok, questo è il consiglio un po’ meno di nicchia del gruppo; ma se siete tra quelli che hanno spinto Suits in cima alla classifica di Netflix e adesso non sanno come colmare il vuoto, qui dovrebbe essere la vostra prossima fermata. È la magnifica serie scritta dai coniugi King - che di cose non magnifiche ne scrivono raramente - dove Julianna Margulies è Alicia Florrick, moglie di un noto procuratore che viene coinvolto in uno scandalo sessuale, costringendola a riprendere in mano l’attività di avvocata che aveva accantonato. Sembra un classico legal drama, ma è molto di più: ogni episodio intreccia sapientemente i casi da tribunale alla critica sociale e politica, ponendo questioni ancora attualissime. Ci sono avvocati, imputati e giudici alquanto particolari che ricorrono creando un senso di familiarità, questioni sentimentali da sospiro, e un colpo di scena da cui ancora oggi non ci si è ripresi. Poi, una volta finita, ci sono gli altri brillantissimi spin-off scritti sempre dai King, The Good Fight e Elsbeth. Così ne avrete per un po’ anche facendo binge watching. Ecco una guida per godervela meglio.
Dove vederla? Su Paramount+ - 7 stagioni, 156 episodi da 40-46 minuti
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#5 Il medical non medical
Bones (2005-2017)
Lo so, le serie tv ospedaliere di un tempo non ci sono più. Se avete già visto ER (che tra poco fa trent’anni, peraltro), consumato Dr. House (che invece ne fa venti), e siete stufi di Grey’s Anatomy, perché non tentare con qualcosa che non rientra proprio nel genere? Questa serie si ispira ai romanzi di Kathy Reichs, dove una stimata antropologa forense collabora con un agente dell’FBI alla risoluzione di casi di omicidio resi molto complicati dallo stato di decomposizione dei corpi delle vittime. Gli indizi, la verità, si nascondono quindi nello studio delle loro ossa. Trattandosi di un classico procedurale poliziesco, non ci sono emergenze mediche - non sempre, almeno - ma la parte scientifica legata all’analisi del corpo umano ha un fascino particolare. A ciò si aggiunge la chimica tra i personaggi, tutti eccentrici e taglienti, a partire dalla protagonista, caustica e con scarse abilità sociali. È davvero lunga, lunga, lunga. Solo, conviene guardarla lontano dai pasti.
Dove vederla? Su Disney+, Prime Vide, Sky e Now - 12 stagioni, 246 episodi da 43 minuti
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Questi consigli non vi hanno convinto?
Non preoccupatevi, su Tellyst.com potete:
Dare un’occhiata ad altre tre maratone belle lunghe
Sfogliare le serie tv in uscita a settembre
O ancora, cercare cosa vedere a seconda degli abbonamenti che avete, usando la guida ai singoli servizi streaming.
Altre cose da leggere e ascoltare
Stavolta la faccio furba e taglio corto (che tanto, dopo una miriade di serie lugherrime, ci vuole): da sabato 7 settembre - che poi è domani - torna il podcast di TV Therapy 💃
Partiamo subito forte con un episodio che spiega un po’ di cose sull’ansia con l’aiuto Inside Out. E già che ci siamo, ne approfittiamo per rispondere alle vostre domande!
Potete ascoltarlo dalle 8.30 su Spotify, YouTube o sulla vostra piattaforma di podcast preferita.
Siamo arrivati alla fine! Ma prima ricordati di lasciare un commento con le tue serie tv da vedere, per trovarle nelle prossime newsletter!
Ci vediamo tra due venerdì, buon binge watching 🙌
(Ah no, il binge watching avevamo detto che sarebbe meglio evitarlo, stavolta…)
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