Avete presente quando siete da soli davanti allo schermo, vi trovate a ridere come degli idioti, vi guardate in giro come se qualcuno potesse vedervi, e poi rimandate indietro per ridere di nuovo?
Ormai ci abbiamo perso l’abitudine: troppe le serie tv che abbiamo visto, per poter sorprenderci ancora. Perciò, quando capita, la scarica di appagamento adrenalinico è così forte da voler correre fuori e far sedere sul divano quante più persone possibili.
E quindi eccomi qui, con la mia unica serie da consigliarvi questa settimana (anche perché luglio si è rivelato più impegnativo del previsto e di trovarne altre due non c’era tempo), sperando che ci sia ancora qualcuno di voi che non l’abbia vista. Facciamo tutti i seriosi sofisticati, infatti, ma appena sentiamo odore di leggerezza corriamo a berci gli episodi in un paio di sere (massimo).
La fantasticheria in questione, dicevamo, è My Lady Jane, una serie sui Tudor che è riuscita a scovare una perla snobbata nella storia dei Tudor, e non contenta dell’effetto novità, l’ha cosparsa di dosi generosissime di follia. Così generose, da far rimpiangere di non aver potuto infilarsi nella stanza degli sceneggiatori per capire a cosa pensassero quando l’hanno assemblata (o piuttosto, quali sostanze avessero assunto).
Ok, verrò al punto. La storia è quella di Lady Jane Grey, nipote di Enrico VIII e prima regina d’Inghilterra, destinata al dimenticatoio per via di una congiura che la fece decapitare dopo soli nove giorni di regno. La serie - che è tratta dall’omonima saga di romanzi di Gemma Burgess - però non ci sta. Troppo noioso attenersi ai fatti storici, troppo consueto farne un dramma. E perciò si reimmagina la vicenda in modo decisamente più allegro, con Jane Grey (Emily Bader) che sfugge alla ghigliottina, per avviarsi a una vita avventurosa e appagante, sopra e sotto le lenzuola.
Non vi dirò di più, vi guasterei la festa. D’altronde la trama s’è impegnata per preservare sorprese (l’espediente della realtà alternativa la rende vitale, può ramificarsi come e dove vuole all’infinito), chi sono io per spacchettarvele?
Basti solo sapere, però, che la nostra Jane Grey - o meglio, quella di Burgess - è femminista fino all’anacronistico, prepara pozioni letali col muschio, offre visite ginecologiche alla servitù, e al bisogno sa fingersi morta (non benissimo, ma non importa).
Basti solo sapere che c’è una voce narrante che interviene con moderno sarcasmo a deridere bellamente i protagonisti, le stranezze del popolo inglese, i canoni delle serie in costume, e forse noi tutti (ma noi tutti, ignari, ridiamo lo stesso con lei).
Basti solo sapere che il co-protagonista, nonché conflittuale interesse amoroso di Jane Grey, ha un fratello forse anche più spassoso della voce narrante. Perché, va bene, gli occhi sono tutti per i ricci - si fa per dire - di Edward Bluemel, ma vuoi mettere un biondo snob di fiori vestito, che scrive poesie e sgambetta audace al minimo accenno di avventura? (Henry Ashton, il cui curriculum è ancora ristretto, è magnifico).
Basti solo sapere, infine, che a un certo punto, molto presto, alcuni personaggi umani iniziano a trasformarsi in animali: cani, capre, lepri, falchi, cavalli, orsi. E continuano a rivelarsi a sorpresa fino all’ultimissimo minuto, procurando smarrimento (ma no, ma dai, ma anche lui, ma chi resta adesso di davvero umano?). L’unica a saperla più lunga degli altri è la voce narrante (ve l’avevo detto che c’era una voce narrante?), che si prende un po’ di minuti per spiegarci tutto. Si chiamano Etiani, hanno scoperto di poter cambiare forma in pubertà, senza un motivo (ma c’è odore di trauma) né una cura, e sono costretti a vivere da emarginati perché oggetto di uno sterminio ordinato dalla monarchia.
Eccallà, direte voi a questo punto. E invece no, My Lady Jane non cade nella retorica né nella tentazione di usare il passato per veicolare messaggi sociali per niente impliciti. Come ha scritto Kathryn VanArendonk su Vulture, questa è una serie che riesce ad abbracciare l’estetica dei drama in costume senza restare fedele alla realtà culturale dell’epoca, e al tempo stesso riesce a essere attuale senza mai troppo abbandonarsi all’attualità.
My Lady Jane si è creata un mondo tutto suo. È una Bridgerton, ma più scomposta. È come I Tudor, ma sotto effetto di allucinogeni. Per questo ci si crogiolerebbe all’infinito.
Dove vederla? Su Prime Video - 8 episodi da circa 50 minuti
Guarda il trailer
My Lady Jane non vi ha non vi ha convinto?
«Tagliategli la testaaaa!». No dai, si scherza. Nel caso, potreste anche diventare migliori amici di Maria la Pazza. Ma fossi in voi terrei gli occhi aperti…
Comunque, su Tellyst.com trovate un bel po’ di altre cose da vedere:
Potete sfogliare la guida alle serie tv dell’estate
Oppure dare un’occhiata a questo dramedy squisito con Eva Longoria
O ancora, spulciare più a fondo nella guida ai singoli servizi streaming.
Altre cose da leggere e ascoltare
O da visitare, anche: c’è un tour che vi porta sui luoghi di Bridgerton, a Bath, nei giorni del Jane Austen Festival, per una vacanza a tema regency. L’ha organizzato Eugenia Comunello (@agapeviaggi), travel designer specializzata in viaggi a tema serie tv, film e libri. E nei materiali dell’itinerario c’è anche un po’ di Tellyst 🙌
C’è tempo fino al 15 luglio per iscriversi.
Trovate tutte le informazioni su agapeviaggi.com
È uscita la prima playlist a tema di TV Therapy: parliamo di traumi con una raccolta di episodi e un sacco di serie importanti, dal Trono di Spade a Stranger Things. Potete ascoltarli su YouTube e YouTube Music
Siamo arrivati alla fine! Ma prima ricordati di lasciare un commento con le tue serie tv da vedere, la prossima volta potresti trovarla tra i consigli! Ci vediamo tra due venerdì, buona My Lady Jane 🙌
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