Le migliori serie che non stai guardando
La sorella di Peaky Blinders, una comedy che non t'aspetti e un crime particolare
Ci lamentiamo di continuo che le belle serie non esistono più, ma poi, quando ci passano sotto agli occhi, spesso nemmeno ce ne accorgiamo.
Negli ultimi giorni, mentre saltavo - poco atleticamente - da un titolo all’altro, tra novità e recuperoni eroici per il podcast, mi sono resa conto che dall’inizio dell’anno sono uscite cose piuttosto interessanti e tutt’altro che deludenti. Eppure non hanno avuto molto spazio. Perché, da quando siamo sommersi da migliaia di serie tv, scegliere ci affatica. Stiamo lì ad aspettare che qualcuno lo faccia per noi, che ci semplifichi il compito. Magari il servizio streaming - cioè Netflix - che urla più forte fino a venderci le sue storie come imperdibili. E allora tutti a vedere Il Gattopardo o Meghan Markle - sorry, «Sussex» - che parla con le api, ci spiega che gli spaghetti avanzati puoi recuperarli il giorno dopo, ed elargisce ricette segrete di infusi felici (spoiler: comprare frutta disidratata, ficcarla in barattoli carini, e poi tirarla fuori per affondarla in acqua abbondante - di rubinetto, ma in una brocca altrettanto carina), ben consci che ce ne lamenteremo.
Per evitarvi di incappare in ulteriori frustrazioni, ho pensato quindi di proporvi tre delle serie migliori che ho visto di recente. L’ultima, peraltro, è uscita giusto ieri, così preserviamo l’effetto sorpresa. Poi, naturalmente, aspetto di sapere se anche a voi sono piaciute 😌
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#1 La sorella di Peaky Blinders
A Thousand Blows (2025-)
Una serie che colmasse l’assenza di Peaky Blinders poteva scriverla solo il creatore di Peaky Blinders. In attesa dell’uscita del film sequel (di cui ho paura, confesso: non per la resa, ma per il sentore che stavolta Tommy Shelby non sia eterno), Steven Knight ha portato in tv la storia di un’altra leggendaria gang criminale. Sono le Forty Elephant, un gruppo di sole donne che tra l’Ottocento e il Novecento fu attivo a Londra, riuscendo con scaltrezza a scansare la polizia per circa un secolo. La serie si svolge in epoca vittoriana, dove la leader della gang Mary Carr (Erin Doherty, la cui faccia insolente aiuta sempre) incontra l’immigrato nigeriano Hezekiah Moscow (Malachi Kirby), giunto in città con pochi soldi e molti sogni. Insieme, si addentrano nel mondo degli incontri di boxe illegali, sfidando un temibile combattente veterano (Stephen Graham), non molto incline all’idea di farsi oscurare. Rispetto a Peaky Blinders ci sono meno camminate epiche al rallentatore, ma la tendenza a esaltare le gesta dei personaggi con fascinazione infantile è la stessa. Come anche la scelta di non preservare il destino dei personaggi solo per farci star comodi. E per questo ti siamo grati, caro Steven.
Dove vederla? Su Disney+ - 6 episodi da 49–56 minuti
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#2 La comedy che non t’aspetti
Deli Boys (2025-)
Volete ridere? Ecco una commedia che forse non vi sareste filati di pezza (mi scuso per lo slang, è l’influenza delle gangster sopra), ma di cui si sta parlando solo bene. L’ha scritta Abdullah Saeed, sceneggiatore e giornalista, noto per le sue inchieste sul mercato clandestino della cannabis a Los Angeles. Dopo aver già lavorato a una serie sull’argomento - High Mantenance - Saeed segue qui due fratelli americani di origine pakistana (Asif Ali e Saagar Shaikh) dagli stili di vita opposti, ma entrambi viziatissimi dal padre, un magnate nel settore dei minimarket. Quando quest’ultimo muore all’improvviso, non solo rischiano di perdere tutto, ma scoprono anche che dietro l’attività c’è un enorme giro di narcotraffico. A fargli un corso accelerato sulla malavita giunge quindi una zia (Poorna Jagannathan), ma l’apprendimento è incidentato. Ci sono proiettili vaganti, si urla un sacco, e a tratti è anche un po’ splatter. Ma soprattutto, ci sono trovate di un demenziale che sorprende. Se vi è piaciuta Altro che caffè (su Netflix), potrebbe fare al caso vostro. A me ha conquistato alla sola vista delle televendite del padre, che ho riguardato in loop.
Dove vederla? Su Disney+ - 10 episodi da 21-27 minuti (solo sottotitoli)
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#3 Il crime d’autore
Adolescence (2025)
Questa piccola miniserie è uscita da poco più di 24 ore, ma anche di lei si sta parlando solo bene. Per intenderci, Lucy Mangan - critica spesso caustica del Guardian - l’ha definita «la cosa più vicina alla perfezione televisiva da decenni a questa parte». Si tratta di un crime sulla storia di un padre che assiste il figlio 13enne, accusato di aver ucciso un compagno di classe. Sul caso indagano un detective e una psicologa, anche se il cuore della serie non è capire quale sia la verità. Piuttosto, sono i picchi emozionali, l’intensità di quanto vissuto dai personaggi, i dilemmi morali e «le domande devastanti» che pone. Anche qui - coincidenza pura - ci sono Stephen Graham ed Erin Doherty. L’idea è dello stesso Graham e dello sceneggiatore Jack Thorne, che la scorsa settimana si era preso altre lodi con Toxic Town. La particolarità del progetto è che i quattro episodi sono stati girati in un’unica, lunga inquadratura (con un livello altissimo delle interpretazioni). Ma secondo Alan Sepinwall, uno dei principali critici americani, non è nemmeno la sua parte più pregevole.
Dove vederla? Su Netflix - 4 episodi da 51-65 minuti
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Il vostro consiglio: Cassandra
Lo so, molti di voi Cassandra l’hanno già consumata rapidamente. Ma sono convinta che altri di voi stessero cercando di capire se fosse il caso di investirci del tempo. Dai vostri messaggi le impressioni sono perlopiù positive, e quindi…
Siamo nella categoria “derive tecnologiche spaventose”, con la storia di una famiglia che si trasferisce in una casa smart degli anni Settanta rimasta a lungo disabitata e decide di rimettere in funzione un’assistente domestica creata con l’intelligenza artificiale. Non una buonissima idea, dato che quest’ultima si fa presto minacciosa e non sembra esserci modo di domarla. È una miniserie, è tedesca, e non se ne vuole andare nemmeno dalla Top 10 delle serie più viste su Netflix.
Dove vederla? Su Netflix - 6 episodi da 45-52 minuti
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