Siamo in un limbo. Quello compreso tra la fine di Bridgerton e l’inizio di House of the Dragon (da un estremo all’altro, perfettamente in linea con la schizofrenia del meteo attuale). Sarà impegnativa, si avvisa. I critici anglofoni parlano di gran movimento e un episodio - il quarto - che tanto ricorda una delle ore più sublimi che Il Trono di Spade si sia inventata (vedere alla voce La battaglia dei bastardi per recuperare un gran pezzo di storia della televisione).
Occorre riposarsi per bene, quindi. E crogiolarsi ancora un po’ nel romanticismo più balsamico può aiutare a tenere a bada l’ansietta da parrucche bionde e alitate di drago. Molto furbescamente, io mi sono lasciata apposta le ultime gocce di Bridgerton per il weekend. Ma se siete di quelli che se le sono già consumate tutte ieri sera - lo so che lo avete fatto - c’è un altro archivio da cui pescare: quello delle serie tv LGBT, che negli ultimi anni si sono fatte soffici, ridenti, e molto meno tormentate d’un tempo. E poi siamo a giugno, è il mese del pride, e ormai è abitudine celebrarlo con un arcobaleno di serie tv a tema.
No, per questa volta Heartstopper non c’è, benché sia una delle più belle e rassicuranti espressioni del genere. Ma queste cinque non se la cavano per niente male.
(P.S. Celebriamo anche la resurrezione della tastiera da cui vi scrivo, che era collassata sotto il peso del troppo scrivere di serie tv, e ora è tornata nuova e scattante. Gaudio e soddisfazione dopo giorni di disperazione 😌)
#1 Per chi vuol restare aggrappato ai corsetti
Gentleman Jack (2019-2022)
Le serie tv LGBT ambientate indietro nel tempo sono poche, quelle che affrontano il tema con brillantezza di spirito sono ancora meno. In questo gruppo di rarità, c’è anche la storia di una donna altrettanto rara: Anne Lister, proprietaria terriera inglese vissuta a inizio Ottocento, indipendente, erudita, con un certo fiuto per gli affari industriali e un gusto particolare per gli abiti maschili, nonché per le signore. Conosciuta come la «prima lesbica dell’epoca moderna», nei suoi diari Lister annotò con un linguaggio cifrato le sue diverse relazioni omosessuali, soprattutto il longevo rapporto con la compagna, l’ereditiera Ann Walker. Da qui la sceneggiatrice Sally Wainwright (creatrice di Happy Valley) ha tratto una serie spassosa e intelligente, dove i dialoghi corrono veloci e lanciano staffilate, lasciando tuttavia percepire una sensibilità avvolgente.
Dove vederla? Su Sky e Now - 2 stagioni, 16 episodi da 60 minuti (al momento in Italia è disponibile solo la prima)
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#2 Per chi cerca perle nascoste
Looking (2014-2016)
Nella categoria dei seriofili c’è un archetipo ben definito: quelli che amano scovare serie tv poco conosciute, per poi correre a consigliarle al mondo con entusiasmo spesso incompreso (eccomi, presente). Se vi ci riconoscete, con questa dovreste fare centro. Un dramedy andato in onda dieci anni fa su HBO, che segue le vite di tre uomini gay in quel di San Francisco: un creatore di videogiochi, l’assistente di un artista e un sommelier con aspirazioni da ristoratore. I loro trascorsi non sono semplicissimi e le situazioni autentiche, eppure il racconto è fresco e divertente. È stata la prima serie di HBO a focalizzarsi unicamente su personaggi maschili gay; e benché sia stata cancellata per bassi ascolti, ancora oggi compare spesso tra le serie migliori di sempre. Ah, nel trio di interpreti principali ci sono Jonathan Groff e Murray Bartlett, che in quanto a ruoli LGBT hanno fatto storia.
Dove vederla? Su Sky e Now - 2 stagioni, 18 episodi da 30 minuti + un film
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#3 Per i sentimentali
Tales of the City (2019)
Questo è il consiglio un po’ più drammatico di oggi. D’altronde, c’è anche chi il romanticismo lo preferisce più intenso. È la miniserie tratta dai romanzi di Armistead Maupin, che in parte preserva il cast dei precedenti adattamenti televisivi degli anni Novanta. Compresa Laurea Linney nel ruolo della protagonista Mary Ann Singleton, una donna che, dopo 23 anni di assenza, fa ritorno nel suo quartiere di San Francisco, ritrovando l’ex marito e la figlia che aveva abbandonato per costruirsi una carriera televisiva, e una comunità eccentrica che rappresenta molteplici sfumature di identità queer. Mentre Mary Ann riceve lettere misteriose che minacciano di svelare un segreto legato al suo passato, la serie esplora e costruisce tutt’attorno le relazioni tra gli altri personaggi, intrecciate da una writers’ room di soli sceneggiatori LGBT. Anche qui s’incontra Murray Bartlett, così, per dire…
Dove vederla? Su Netflix - 10 episodi da 46-60 minuti
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#4 Per chi vuole sentirsi leggero
Feel Good (2020-2021)
Mae Martin, stand-up comedian canadese di genere non binario che da tempo vive nel Regno Unito, ha raccontato la sua storia in uno di quei tipici dramedy scritti e interpretati da uno stesso artista. Ma, a differenza delle Fleabag e delle Nadia Vulvokov, non ha cambiato nemmeno il suo nome. La sua versione televisiva, Mae, s’innamora di George (Charlotte Ritchie), una donna conosciuta per caso dopo uno dei suoi spettacoli (l’unica che ride alle sue battute). La loro relazione è complicata da due piccoli dettagli: George è sempre stata convinta di essere etero e le sue indecisioni non aiutano l’attaccamento dipendente di Mae, che oscilla tra l’amore e la droga. Descritta così pare drammatica, ma la scrittura pulita, leggera, autoironica di Martin mette davvero di buonumore. Per i fan di Friends, nel cast c’è anche Lisa Kudrow. Poi, una volta finita (ci metterete pochissimo), potete ascoltare questo episodio di TV Therapy.
Dove vederla? Su Netflix - 2 stagioni, 12 episodi da 24-30 minuti
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#5 Per i nostalgici di “Heartstopper”
Love, Victor (2020-2022)
Finora nemmeno l’ombra di serie adolescenziali, dunque bisogna recuperare. Se non altro, per consolare l’animo di coloro per cui non c’è serie LGBT romantica all’infuori di Heartstopper. Questa è la sua sosia, un dramedy con protagonista un ragazzino di origini latinoamericane che, trasferitosi dal Texas ad Atlanta, affronta il passaggio in una nuova scuola e in parallelo un percorso di scoperta del proprio orientamento sessuale, grazie anche all’incontro con un compagno apertamente gay. È vero, le sosia non sono mai come le top di categoria, ma gli episodi si sono fatti apprezzare per dolcezza e delicatezza. Se volete, prima c’è anche un film, Love, Simon, a cui la serie fa da spin-off.
Dove vederla? Su Disney+ - 3 stagioni, 28 episodi da 24-34 minuti
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Il vostro consiglio: Young Royals
L’altra sosia di Heartstopper l’avete consigliata voi, e vi è anche piaciuta un sacco. Young Royals è un teen drama svedese ambientato in una scuola più che elitaria, dove un giovane principe approda dopo uno scandalo. Qui conosce un compagno ben meno agiato di lui, di cui presto s’innamora, con tutte le possibili ripercussioni determinate dagli obblighi reali e dalla sua rilevanza sociale.
Non fatevi ingannare dalla semplicità della premessa: tra le serie tv LGBT recenti è una delle più elogiate. Merito di temi affrontati in modo autentico e interpreti che dimostrano davvero l’età dei loro personaggi.
Dove vederla? Su Netflix - 3 stagioni, 18 episodi da 46-56 minuti
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Questi consigli non vi hanno convinto?
Su Tellyst.com trovate un bel po’ di altre cose da vedere:
Potete sfogliare le serie tv in uscita a giugno
Oppure dare un’occhiata al thriller dell’estate
Qui, invece, cinque serie simili a Bridgerton, se vi manca davvero troppo
In alternativa, ecco la guida ai servizi streaming.
Altre cose da leggere e ascoltare
Il primo bacio gay di Doctor Who (a proposito di Jonathan Groff)
Gli ultimi due episodi del podcast di TV Therapy, dove abbiamo parlato di serie tv LGBT con Hearstopper e di narcisismo femminile.
Potete anche ascoltarli sul nuovo canale YouTube di TV Therapy, se volete.
Siamo arrivati alla fine! Prima di partire col binge watching ricordati di lasciare un commento con le tue serie tv da vedere, la prossima volta potresti trovarla tra i consigli! Ci vediamo tra due venerdì, buon pride 🌈
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