Ci sono periodi tristemente scarni di belle serie, e altri così pieni che non si sa da quali partire. Al momento, ci troviamo senza dubbio in uno dei secondi.
Per intenderci, negli ultimi quindici giorni ho fatto il tifo per Jon Hamm in versione ladro sfigato, pianto senza ritegno per Dying for Sex, vissuto 54 minuti di angoscia stritolando un cuscino durante quell’episodio di The Last of Us (che bellezza, però).
Di loro c’è stato e ci sarà modo di parlare. Ma non qui, non adesso. Perché negli ultimi quindici giorni è tornata anche Black Mirror e, mentre guardavo le sue nuove storie, mi sono resa conto di quanto sia incredibile che non abbia mai fatto un vero passo falso. Certo, ci sono stati episodi più intensi e altri meno. E certo, ogni volta che ne escono di inediti, c’è un corri corri generale a stilare classifiche. Però, a pensarci bene, non c’è episodio in cui Charlie Brooker non abbia mostrato un acume e una sensibilità fuori dal comune.
Il problema, piuttosto, è che alcuni hanno avuto la sfortuna di capitare in stagioni dalle storie così disturbanti o dall’impatto visivo tale da farli sembrare più deboli. E quindi oggi rendiamo omaggio proprio a loro, per ricordarci che belli lo sono sempre stati, siamo noi che li avevamo sottovalutati.
(Dimenticavo: lo so, non è venerdì, ma domani è festa e non potevo mica lasciarvi senza cose da vedere).
Bestia nera - Stagione 7, episodio 2 (2025)
Delle storie appena uscite, la maggior parte si colloca per ora in fondo alla classifica degli episodi di Black Mirror. Tra queste c’è anche Bestia nera, dove una talentuosa ideatrice di dolci confezionati finisce in un incubo quando una sua vecchia, stramba compagna di scuola viene assunta nella sua stessa azienda. Quest’ultima sembra intenzionata a sabotarla, infatti, ma le prove svaniscono puntualmente fino a farla sembrare matta. È gaslighting in versione fantascienza, insomma. E Brooker lo ha testato direttamente su di noi: non tutti abbiamo visto lo stesso episodio, perché ne sono uscite due versioni leggermente differenti.
Orso Bianco - Stagione 2, episodio 2 (2013)
Con questo episodio, Black Mirror ha raggiunto uno dei suoi picchi più disturbanti. Uno di quelli, cioè, dove la serie induce a provare empatia per personaggi sottoposti alle più sadiche torture psicologiche, per poi ribaltare le carte nel finale. Qui una donna si risveglia senza memorie e viene perseguitata da gruppi di passanti silenziosi che la braccano, la inseguono, la filmano con i propri telefoni. Il motivo non ve lo dico, ma obbliga a confrontarsi con un dilemma morale difficile da sbrogliare. Ricorda un po’ Zitto e balla (3x03) - che, per la cronaca, è il mio episodio preferito.
Gli uomini e il fuoco - Stagione 3, episodio 5 (2016)
La prima volta che ho visto Gli uomini e il fuoco non ero riuscita a finirlo. I tentativi successivi non sono andati meglio: è l’unico della serie ad avermi procurato colpi di sonno. Lo percepivo lento, tetro, o semplicemente il mio inconscio lo rigettava. Dopo averlo rivisto di recente - con successo, stavolta - mi sono resa conto di quanto sia attuale. Parla di guerra, di un genocidio mirato a eliminare un popolo di cosiddetti “parassiti” dalle sembianze mostruose. Finché un soldato non si accorge che nella sua testa è impiantato un dispositivo che altera la realtà, in modo da nascondere che anche i nemici sono umani. Nient’altro da aggiungere, direi.
Arkangel - Stagione 4, episodio 2 (2017)
Avete presente quei video sui social - da pelle d’oca - dove genitori orgogliosi infilano AirTag nelle scarpe dei figli, per poter rintracciarli ovunque siano? Ecco, Black Mirror li aveva anticipati. In Arkangel racconta la storia di una madre che decide di far impiantare nella figlia un sistema sperimentale in grado di monitorarne i parametri biologici, geolocalizzare ogni spostamento, vedere attraverso i suoi occhi e oscurare qualsiasi esperienza spaventosa. I frutti del controllo morboso, come immaginerete, si raccolgono con l’arrivo dell’adolescenza e sono parecchio amari. Aneddoti non richiesti: la regia è di Jodie Foster e ci sono dei collegamenti con Gli uomini e il fuoco.
Crocodile - Stagione 4, episodio 3 (2017)
Gli episodi di Black Mirror sono un genere a sé, ma questo si avvicina molto a una di quelle storie di detective dove fin dall’inizio conosciamo l’assassino. Andrea Riseborough è una donna disposta a tutto purché un vecchio segreto non torni a galla. Sulla sua strada compare però un’agente assicurativa che, per indagare su un incidente, si avvale di una tecnologia che consente di accedere ai ricordi delle persone. Gli eventi sembrano assumere una piega prevedibile, ma sul finale arriva una doppia svolta amara innescata dal destino beffardo. O meglio, dalla penna beffarda di Brooker.
Metalhead - Stagione 4, episodio 5 (2017)
«Sembra una puntata di Black Mirror». Quante volte lo avete sentito dire ascoltando fatti di cronaca assurdi o inquietanti? Ad esempio, quella volta che in Asia si erano inventati dei cani robot in grado di pattugliare le strade. Il riferimento era a Metalhead, episodio ambientato in un desolato mondo postapocalittico, dove una donna cerca di sfuggire a dei cani robotici assassini che le danno la caccia. Girato interamente in bianco e nero, quasi del tutto muto, è stato uno degli episodi più divisivi: qualcuno lo ha trovato noioso, per qualcun altro è un capolavoro televisivo. È il più breve della serie. Per fortuna, vista la densità di tensione.
Loch Henry - Stagione 6, episodio 2 (2023)
Questo è un ibrido tra Twin Peaks e Only Murders in the Building: si ironizza sulla diffusa passione per il true crime, ma con derive agghiaccianti. Protagonista è una giovane coppia che si reca in una tranquilla cittadina scozzese per girare un documentario sulla natura. Quando però scopre un delittuoso mistero passato, decide di cambiare soggetto e indagare più a fondo, facendo emergere segreti raccapriccianti. È il modo di Brooker per riflettere sull’era dello streaming e sui contenuti che consumiamo. (E chapeau a Netflix che si presta alla satira pur ospitando la serie).
Beyond the Sea - Stagione 6, episodio 3 (2023)
Della sesta stagione di Black Mirror, questo era stato forse l’episodio più apprezzato. A quanto pare, però, non abbastanza da battersela con i primissimi della serie. Siamo in una versione alternativa del 1969, dove Josh Hartnett e Aaron Paul sono due astronauti impegnati in una lunga e pericolosa missione nello Spazio. Per colmare la lontananza, possono trascorrere del tempo sulla Terra grazie a due repliche androidi pilotate dalla loro coscienza. Quando la famiglia di uno viene uccisa, l’altro lo aiuta offrendogli di passare alcune giornate con sua moglie e suo figlio. Ma l’epilogo prende una piega terribile. Vista la durata, potrebbe essere un film a parte.
Torna da me - Stagione 2, episodio 1 (2013)
Nelle classifiche di Black Mirror che mi sono capitate sott’occhio, Torna da me non occupa le prime posizioni, ed è una faccenda piuttosto sorprendente. Anche perché è stato l’unico episodio tutto sommato roseo che la serie abbia concesso nelle primissime stagioni. Si tratta della storia romantica, pur tragica, di una giovane coppia inglese (Hayley Atwell e Domhnall Gleeson). Quando lui muore in un incidente, lei si rivolge a un servizio che crea repliche androidi di persone defunte. Più il tempo passa, però, più si rende conto che non tutte le emozioni sono replicabili, sprofondando nella frustrazione. Brooker segue le fasi del lutto con un’autenticità molto delicata.
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